Aperto il festival pop a Villa Pamphili
Musica da 10 mila watt fino a martedì sera
Gli organizzatori giustificano la scarsità di grossi complessi con il basso prezzo del biglietto.
Molta attenzione per il folk impegnato - Folla coloritissima ma disciplinata
Il diluvio di venerdì (20) ha creato un sacco di problemi al festival pop di Villa Pamphili, ma non l'ha fatto saltare.
La musica è cominciata alle 16 di ieri, con 24 ore di ritardo sui programmi, e continuerà fino a martedì notte, interrompendosi soltanto dalle 24 alle 10 e 30 del mattino.
Pubblico di giovani, naturalmente, specialmente di giovanissimi. Ieri ne sono passati dai cancelli circa 6 mila e forse altrettanti sono entrati dl straforo attraverso i reticolati.
Per oggi ne sono previsti molti di più. Molti vengono da fuori e hanno il sacco a pelo sotto il braccio. Quelli che hanno deciso di passare la notte nei cespugli, il che sarebbe proibito ma sarà per forza tollerato dato che Villa Pamphili è immensa e piena di cespugli, dovranno però fare i conti con l'umidità. La vallata dove si svolge il festival infatti è ancora intrisa d'acqua: non un pantano come si era temuto, ma insomma non proprio piacevole.
Le immagini sono quelle ormai consuete di queste manifestazioni: pubblico stipato fino all'inverosimile, seduto per terra, davanti al palco, e viavai continuo di ragazzi in tutta la zona, bivacchi, fuochi la sera, bancarelle che vendono disegni, panini, bibite. dischi, poster, magliette. pop corn.
Una folla coloratissima, ma disciplinata più che mai. Nessuna esibizione fuori programma, nessun bisogno della polizia.
La musica: ieri non c'è stato gran che: il temporale aveva creato guai all'impianto di amplificazione da 10 mila watt, e si è perso tempo per ripararlo, mentre l'immancabile presentatore pop Eddy Ponti chiacchierava col pubblico per distrarlo.
Alcuni dei complessi previsti hanno rinviato ad oggi la loro esibizione, tra cui i « Ciampini e Jackson » e Angelo Branduardi. Ha suonato invece secondo il programma, in serata, il « Banco del Mutuo Soccorso », uno dei complessi rock italiani di più antica formazione e di maggior successo.
Oggi saliranno sul palco lungo cinquanta metri, tra gli altri, gli « Amazing Blondel », Richard Benson, la « Spirale », la « Preghiera di Sasso », James Jotti, i « Camisasca ».
Domani i « Soft Machine », quattro inglesi che da quasi dieci anni sono tra i capifila del pop-jazz d'avanguardia, e la cantante folk siciliana Rosa Balestrieri. Martedì chiuderanno il festival i giapponesi di Stomu Yamashta e il gruppo pop-jazz italiano « Perigeo ».
« Sappiamo bene che i grossi nomi sono pochi, dice David Zard, uno degli organizzatori della manifestazione ma costano cifre iperboliche che non possiamo pagare. Eric Clapton, per esempio, ha tre camion e 45 persone al seguito. che gli costano dieci milioni al giorno. Per venire, suonare e partire deve impegnare due giorni, che con le spese di viaggio fanno 45 milioni. Questo festival di villa Pamphili, spese di organizzazione a parte, finirà per costarne 22 in tutto ».
Quella del costo basso è stata una scelta precisa: è infatti questo il primo festival di musica giovane a prezzi davvero popolari: il biglietto per tutta la giornata costa 500 lire. Anche i panini non sono a prezzi inaccessibili e da oggi è in funzione una cucina da campo che fornisce un pranzo completo per 1200 lire.
Un esperimento? « Noi vorremmo continuare con questa politica, dice Zard, ma bisogna vedere se rientreremo nelle spese ». Una risposta prudente che va messa nel contesto della polemica sulla musica per i giovani gestita, ormai, a livello di pochi operatori che maneggiano miliardi. « Non possiamo mica rimetterci di tasca nostra », aggiunge Zard e rivela che il recente concerto di Frank Zappa ai Palasport si è chiuso con un passivo di 25 milioni. Ma allora dove vanno calcolati i massicci contributi delle case discografiche che notoriamente finanziano questi concerti ?
Quanto al «suono» d'insieme, c'è da dire che il rock duro, quello degli anni passati, si sente sempre di meno, e anche i miscugli elettronici sono in calo, i ragazzi chiedono musica popolare e accettano, assai più che in passato, il discorso politico. Ai primi raduni pop, quando sul palcoscenico saliva un cantante folk con la chitarra acustica, un sacco di gente si alzava e andava via. Adesso invece ascoltano in silenzio.